Cos'è per te casa?
Mi piace definire il rapporto di un progettista con la propria casa come psicoanalitico. È un luogo dove ho messo in pratica il mio linguaggio, ma più in termini emotivi che razionali. È come un viaggio interiore, spesso inconscio. Qui ho nascosto citazioni, mi sono circondato di simboli ed è il luogo che accoglie i miei ricordi. È un luogo di studio, di riflessione, di lavoro, ma principalmente è dove amo ricevere i miei affetti e i miei amici. Un luogo di condivisione.

Qual è il tuo approccio a un progetto?
Il mio approccio al contesto su cui lavoro è sempre molto rispettoso del luogo, della storia che lo circonda. Non mi piace snaturarlo; qualora fosse già stato manomesso in precedenza intervengo per ripristinare e dargli coerenza con lo spazio e il contesto storico. Grande lavoro sui materiali e attenzione alle tecniche costruttive. Nell'arredo, invece, ho un approccio più libero e amo mixare epoche diverse, stili spesso in antitesi con il luogo, per creare un linguaggio sempre nuovo e mai banale, che possa ben fondersi con la personalità e le esigenze della committenza, pur rimanendo sempre fedele a determinati stilemi che mi rappresentano.
Qual è, secondo te, il ruolo di materia e texture nel dare identità a un oggetto?
Lavoro tantissimo con i complementi, amo molto il design del Novecento e non solo e mi piace mixare elementi di varie epoche. Il tessile gioca un ruolo fondamentale nei tappeti, nelle tende, ma soprattutto negli imbottiti. Lavorando con il design di recupero e storico, la tappezzeria è una parte fondamentale del progetto. È identitario del mio stile l'uso del colore, a cui dedico una grande ricerca fin dall'inizio della mia carriera. Mi piace molto lavorare con abbinamenti non convenzionali, spesso forzati, ma molto studiati. Penso che sia la parte più difficile del mio lavoro e il tessile in ogni sua forma, come potete vedere qui, ricopre un aspetto fondamentale in tutto questo.

Cosa ti evoca il brand Lanerossi?
Lanerossi evoca in me moltissimi ricordi, essendo probabilmente il brand più iconico delle nostre terre. Il tessile era certamente il perno dell'economia in questa area del Veneto di inizio Novecento. Mia nonna ha lavorato nel tessile e mio nonno era un custode di Lanerossi per la maggior parte della sua vita nel dopoguerra e quindi ho degli affetti per questa azienda. Lanerossi poi si è attualizzata ed è diventata un brand di grande qualità. Apprezzo molto la loro maniacale selezione della materia, un po' come faccio io nel mio lavoro, l'identità fresca e molto contemporanea. Ci sono moltissimi colori interessanti con cui poter lavorare e divertirsi ed è certamente un brand che porto nel cuore.
Qual è il tuo prodotto preferito di Lanerossi?
Il mio pezzo preferito è il plaid Triennale 2. È un design che ho trovato sempre estremamente visionario, sembra una grafica psichedelica degli anni 70, ma è stato realizzato negli anni 30 nel pieno del modernismo. È sorprendente e davvero divertente.
