La luce ci governa più di quanto immaginiamo: regola i nostri ormoni, i nostri pensieri, perfino il nostro umore.
Il sonno, infatti, comincia non quando chiudiamo gli occhi, ma quando il cervello percepisce che la luce è cambiata.
La melatonina, l’ormone che invita al riposo, è sensibile alla luminosità: si attiva solo in condizioni di buio o di luce calda e attenuata. Ma la luce blu, quella emessa da telefoni, computer, televisori, inganna la mente, facendole credere che sia ancora giorno.
Uno studio del Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism ha dimostrato che due ore di esposizione alla luce blu prima di dormire riducono la produzione di melatonina del 22% e ritardano l’addormentamento fino a 60 minuti.
L’architettura del sonno
Creare un ambiente favorevole al sonno significa progettare la luce come si progetta una melodia.
Preferire tonalità dorate, lampade indirette, tende che filtrino con dolcezza.
L’oscurità completa non è necessaria: serve un buio che rassicuri, non che spaventi, un’ombra calda, accogliente, simile a quella della lana naturale che trattiene il calore e smorza i rumori.
La luce, dunque, non è un semplice fattore estetico: è uno strumento neurobiologico.
Può guarire o disturbare, calmare o confondere.
Il buio, al contrario, è la prima medicina del sonno.
Fonti scientifiche
- Chang, A. et al. (2015). Evening use of light-emitting eReaders negatively affects sleep, circadian timing, and next-morning alertness. Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism.
- Cajochen, C. et al. (2011). Evening exposure to LED-backlit computer screens affects circadian physiology and cognitive performance. PLoS ONE.
- Brainard, G.C. et al. (2001). Action spectrum for melatonin regulation in humans. Journal of Neuroscience.